Brain for sale


Deconstructed, absentMind
settembre 28, 2006, 11:36 PM
Filed under: art, concepts, generative

Un risveglio nel processo di sistema. La formula matematica, il calcolo, la precisione del calcolatore strappata dalla sua normale funzione e coinvolta in un opera d’arte.
La funzione, il segmento di programmazione come origine dell’opera d’arte. L’origine, quell’elemento – quel «dove» dal quale e attraverso una cosa è, nel proprio modo, ciò che è. Ciò che qualcosa è in una certa modalità lo chiamiamo il suo stanziarsi. L’origine di qualcosa è la pro-venienza <la venuta alla luce, l’ingresso nell’evidenza> del suo stanziarsi. Pensare alla programmazione come origine dell’opera d’arte vuol dire pensare al fatto che l’opera origina dall’attività della programmazione, dal fluire di bit dall’hardware, dalla macchina. La macchina, la programmazione sono l’origine dell’opera.
I segni, le linee, i punti si spostano nello spazio, in una profondità scandita dal tempo/clock del calcolatore, ridefinendo in ogni secondo la forma dello spazio nel quale l’opera vive. Un quasi-spazio, definito dalle variabili di sistema, simulato, in questo mondo artificiale. Il continuo fluire di segni/bit sullo schermo è quindi il godimento ultimo, il momento in cui l’opera muore di fronte ai nostri occhi. L’intera opera necessita una percezione sensibile, un guardare sottile le istanze che la compongono.

Il risveglio del processo di sistema come opera immortale, al centro dell’immortalità dell’arte, dell’arte come valore eterno.


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